Origine delle razze: il cane domestico è il mammifero che conserva la maggiore varibilità morfologica e le differenze nella taglia e nella conformazione evidenti nelle varie razze superano indubbiamente quelle esistenti tra le diverse specie di Canidi (Wayne, 1986).
Attraverso la selezione artificiale l’uomo, più o meno consapevolmente, cominciò a selezionare caratterialmente e morfologicamente i soggetti che potevano accedere alla riproduzione.

Che la selezione artificiale possa indurre grandi cambiamenti nel comportamento è ben conosciuto fin dall’epoca dei Romani e forse essa veniva già praticata dalle popolazioni neolitiche dell’antico Egitto (Clutton-Brock, 1999).
Il cane è inoltre la specie su cui la selezione artificiale ha agito per maggior tempo e questo processo continua tutt’ora. Il più antico ritrovamento archeologico risale infatti a 14000 anni fa (Nobis, 1979) e da quell’epoca fino ad oggi è avvenuta una crescente variazione e specializzazione sia nelle morfologia che nel comportamento. Durante l’epoca Romana, la maggior parte dei tipi di cani che conosciamo oggi (cani da caccia, da guardia, da gregge) erano già ben presenti (Clutton-Brock, 1995) mentre altri nacquero dall’allevamento selettivo degli ultimi 200 anni (Parker et al. 2004).

Attualmente le 374 razze riconsociute ufficialmente dalla FCI (Fédération cynologique internationale) vengono suddivise utilizzando criteri basati fondamentalmente sulla somiglianza morfologica e sullo scopo per il quale ogni razza è stata sviluppata. Tali criteri non prendono invece in considerazione l’origine filogenetica delle varie razze. D’altra parte, la formazione delle razze è avvenuta in un arco di tempo molto lungo, è stata contraddistinta da molteplici ibridazioni e la documentazione a riguardo è scarsa.

Nel 2004 un grosso contributo alle conoscenze sull’origine delle razze è stato apportato da uno studio svolto da Parker e colleghi sulle relazione genetiche tra 85 razze di cani. Attraverso l’utilizzo di microsatelliti è stato possibile categorizzare i cani in relazione alla razza ed assegnare correttamente ogni individuo sperimentale alla razza corrispondente, indicando quindi che esistono unità genetiche specifiche per ogni razza.

La tipizzazione dei microsatelliti delle razze sperimentali, oltre all’ausilio delle analisi filogenetiche e di moderni metodi di clusterizzazione genetica (Pritchard et al., 2000; Falush et al., 2003), ha poi permesso la suddivisione di tali razze in gruppi in cui la somiglianza genetica tra le razze dello stesso gruppo rispecchia la somiglianza morfologica e l’origine geografica (Parker et al., 2004). Per caratterizzare ulteriormente la variazione genetica entro e tra le razze, sono stati inoltre tipizzati 96 loci di microsatelliti in 414 cani appartenetenti alle 85 razze sperimentali, trovando che la variabilità tra le razze superava la varibilità genetica totale di oltre il 27%.

Tali analisi hanno quindi dimostrato come le barriere create dalla selezione artificiale abbiano portato ad un forte isolamento genetico, molto più forte della differenziazione genetica trovata nella popolazione umana (Rosenberg et al., 2002; Cavalli-Sforza et al., 1994) e la più alta tra quelle delle popolazioni di animali domestici (MacHugh et al., 1998; Laval et al., 2000).
Dopo aver dimostrato come le moderne razze di cani rappresentino distinte unità genetiche, sono state ricercate anche relazioni genetiche più specifiche tra le singole razze utilizzando un albero filogenetico avente come base di partenza campioni genetici di lupo (Parker et al., 2004).
La prima e più profonda divisione ha separato 4 razze asiatiche di tipo spitz ed all’interno di questo gruppo prima si è differenziato lo Shar-Pei, seguito dallo Shiba Inu ed infine da Akita e Chow Chow raggruppati insieme.
Nella seconda divisione si è differenziato il Basenji, un’antica razza africana, nella terza due razze nordiche, il Siberian Husky e l’Alaskan Malamute, nella quarta, infine, due levrieri orientali, il Saluki ed il Levriero Afgano (Figura 1). Questi 4 gruppi rappresentano radiazioni evolutive separate dove un sottoinsieme di razze con un’antica origine africana ed asiatica si è scisso completamente da tutte le altre razze rimanenti. razze cani
E’ sorprendente notare come un singolo cluster includa razze provenienti dall’Africa centrale, dal Medioriente, dalla Cina, dal Giappone e dalle regione artiche.
Tuttavia, diversi ricercatori hanno ipotizzato l’origine di antichi cani pariah nati in Asia e poi migrati assieme alle popolazioni nomadi sia in Africa che nelle regioni artiche con successive migrazioni verso e attraverso l’Asia (Savolainem et al., 2002; Leonard et al., 2002; Sablin et al., 2002).
Occorre anche notare che diverse razze comunemente ritenute antiche, come il Pharaoh Hound e l’Ibizan Hound, non sono incluse in questo gruppo. E’ sempre stato ritenuto, infatti, che queste due razze fossere le più antiche di tutte le razze esistenti, dicendenti direttamente dai cani degli antichi Egizi raffigurati nei dipinti di 5000 anni fa. La stessa conclusione è stata applicata anche per il Norwegian Elkhound. Gli studi genetici dimostrano, al contrario, che queste 3 razze non sono realmente antiche ma sono state ricreate recentemente con la combinazione di altre razze già esistenti.

Tutte le razze rimanenti sembrano dimostrare una radiazione molto recente, e solo con una cluster analysis più sensibile i ricercatori hanno potuto evidenziare ulteriori suddivisioni. La prima emersa è quella contenente razze di mastini e simili: Mastiff, Bulldog, Boxer, Bullmastiff, Bulldog francese, Bull terrier, Perro da Presa Canario ma anche Terranova, Bovaro del Bernese e Pastore Tedesco. La seconda popolazione comprende invece Pastore Belga, Belga Tervuren, Collie, Shetland Sheepdog, Irish Wolfhound, Greyhound, Borzoi e San Bernardo. La popolazione rimanente comprende, infine, razze geneticamente recenti specializzate in diversi aspetti della caccia.

In Europa, l’allevamento canino ha avuto due periodi di grossa espansione: il Medioevo e il diciannovesimo secolo.
Nel Medioevo, la caccia era ritenuta un simbolo di potere e l’allevamento era in mano soprattutto all’aristocrazia che ricercava diversi tipi di cani per diversi ruoli e soprattutto per diverse funzioni all’interno della caccia.
In quest’epoca sono nati il Deerhound, il Wolfhound, il Boarhound (Clutton-Brock, 1995) e il Beagle.
Successivamente, quando la caccia alle volpi divenne uno sport molto apprezzato e l’ausilio di cavalli per la caccia divenne comune, furono creati i Foxhounds.
Allo stesso modo, i cani da ferma furono originati quando si diffuse la caccia ai volatili: in questo caso serviva un tipo di cane che seguisse la traccia odorosa silenziosamente e si avvicinasse alla preda senza farla scappare, in modo che il cacciatore potesse poi raggiungerla e catturarla, prima con una rete e poi, successivamente, con il fucile.
Per scovare e catturare anche animali che vivevano in cunicoli sotterranei (conigli, lepri, tassi), furono poi sviluppati i cani da tana (terrier e bassotti), mentre con lo sviluppo dell’allevamento del bestiame nacque poi la necessità di proteggere gli animali allevati dagli attacchi dei predatori ma anche di avere un valido ausilio che potesse facilitare e velocizzare tutti gli spostamenti di tali animali.
Queste attitudini furono così ricercate e fissate nel cane, rispettivamente nei pastori guardiani e nei pastori conduttori. In questi periodi, l’utilizzo e l’allevamento del cane era strettamente legato ad una chiara funzione lavorativa che quel cane doveva adempiere.
La specializzazione nella funzione delle diverse razze ebbe come conseguenza una specializzazione anche nella morfologia e nel comportamento.
Da un punto di vista comportamentale, ogni comportamento può essere considerato come una sequenza di componenti elementari, chiamata anche “schema motorio” (Coppinger e Coppinger, 2001). L’esibizione di un particolare schema motorio è il risultato della modulazione dell’espressione genica in relazione alle esperienze precedentemente vissute. images (1)

Molti dei comportamenti riscontrabili nei cani odierni sono riconducibili al comportamento predatorio ancestrale, in cui veniva eseguita una specifica sequenza di atti concatenati: localizzazione – sguardo – avvicinamento – inseguimento – morso per immobilizzare – morso per uccidere – consumo (Coppinger e Coppinger, 2001). Con la selezione artificiale, l’uomo ha modulato questa sequenza interrompendola prima del completamento e ipertrofizzandone alcune fasi e/o sopprimendone altre.
Oltre che per la presenza/assenza di determinate fasi, gli schemi motori caratteristici delle diverse razze variano anche per l’intensità e la frequenza di apparizione.
Tra le varie razze, i segugi e parte dei levrieri tendono tipicamente a trovare, scovare, inseguire e uccidere la preda, mentre solo i levrieri arabi arrivano ad immobilizzarla senza ucciderla. I medesimi schemi motori della sequenza predatoria si ripresentano anche in contesti diversi da quelli della caccia, come la conduzione del bestiame.
Nei pastori conduttori gli atti di localizzazione, sguardo, avvicinamento e inseguimento sono particolarmente sviluppati, ma lo schema non procede oltre tali fasi. I diversi elementi dello schema ancestrale si possono anche presentare con un ordine diverso da quello originale, così nei cani da ferma l’avvicinamento è seguito dal morso per afferrare e non dall’inseguimento.

A partire dal diciannovesimo secolo, il mondo delle razze ebbe un’importante inversione di tendenza.
Furono creati i primi Kennel Club (il Kennel Club inglese fu fondato nel 1873, quello americano nel 1884) e con essi si cominciò a riconoscere le varie razze ed a stendere quindi i primi standards ufficiali. Prima di questo momento, le razze erano piuttosto gruppi di individui simili per aspetto e capacità attitudinali.
Con la redazione degli standard, furono delineate le caratteristiche fisiche e comportamentali di ogni razza e si aprirono i libri genealogici.
pastori tedeschiContemporaneamente nacquero le esposizioni di bellezza, ovvero manifestazioni ufficiali in cui veniva esaminato il livello di somiglianza dell’individuo ai canoni dettati dal suo standard di razza, utilizzando quindi solamente criteri di giudizio morfologici.
Le esposizioni di bellezza divennero una vera e propria moda e furono sempre di più gli appassionati che dedicarono la loro vita alla selezione di una particolare razza che avesse le caratteristiche estetiche desiderate, non dando più importanza all’antica funzione per cui quella razza era stata sviluppata.
Da quel momento ad oggi, l’utilizzo del cane come ausilio in determinati compiti lavorativi è gradatamente diminuito e il suo ruolo come compagno e come oggetto di affezione è diventato preponderante (Clutton-Brock, 1995; Hart, 1995).

La Federazione Cinologica Internazionale divide le razze in 10 raggruppamenti con un criteri fondati sulla morfologia e sull’originale funzione lavorativa .
Di seguito si riportano i vari raggruppamenti:

Cani da pastore e bovari, esclusi bovari svizzeri.
Cani di tipo Pinscher, Shnauzer, Molossoidi e Bovari svizzeri
Terrier
Bassotti
Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo
Segugi e cani per pista di sangue
Cani da ferma
Cani da riporto, da cerca e da acqua
Cani da compagnia
Levrieri
Un’altra classificazione, basata maggiormente sugli aspetti funzionali delle razze, è quella di Thorne (1992):

– Spitz: sono razze di costituzione robusta, tutte accomunate da simili caratteri morfologici: orecchie a punta, mantello folto, ispido e voluminoso, coda arricciata sul dorso. Comprendono i cani nordici da slitta (Alaskan malamute, Siberian husky, Samoiedo, Elkhound) e gli Spitz orientali (Chow chow).

– Mastini: sono comprese razze che hanno acquisito una struttura particolarmente massiccia, con diametri trasversi molto sviluppati, teste voluminose cubiche o rotonde, muso accorciato e quindi con potenza di morso aumentata grazie alla minore distanza tra i muscoli masticatori e le arcate dentarie (Gallicchio, 2001). Originati da ceppi di pastori guardiani del gregge, il loro scopo originario era quello dei cani da guerra. Oggi vengono utilizzati soprattutto come cani da difesa personale e territoriale. Tra i mastini ritroviamo il Bullmastiff, il Rottweiler, il Mastiff, il Dogue de Bordeaux, il Bulldog inglese.

– Levrieri: sono cani definiti “cacciatori a vista” per la loro capacità di catturare la selvaggina nei grandi spazi aperti. Sono razze specializzate nella corsa veloce, dotate di arti lunghi, diametri trasversi moderati, torace profondo, arco lombare accentuato e linea del ventre fortemente retratta (Gallicchio, 2001). Razze moderne di questo tipo sono il Saluki, il Levriero Afgano, il Borzoi, e il Greyhound (quest’ultimo è in assoluto il cane più veloce in piano, riuscendo a raggiungere i 57 Km/h).

– Cani da pista: sono cani che, a differenza dei levrieri che quando perdono il contatto visivo con la preda, perdono anche l’interesse a cacciarla, tendono, invece, ad essere molto più ostinati durante la caccia e non è necessario che siano molto veloci, visto che il loro obiettivo è di inseguire e stancare la preda: resistenza e olfatto ben sviluppato, sono per questi cani, molto più importanti della velocità. Del gruppo dei cani da pista fanno parte, ad esempio, il Foxhound, il Bassethound, il Beagle e l’Otterhound.

razze cani_1

– Terrier: il loro nome deriva dal Latino “terra” e l’utilizzo di queste razze era proprio quello di cacciare sottoterra, ovvero erano cani di taglia così piccola da potersi infilare nelle tane dei tassi e delle volpi, di affrontare le prede, spingerle in superficie e bloccarle o addirittura agguantarle per il cacciatore. I Terrier odierni vengono distinti in terrier di taglia grande e media (Airedale terrier, Fox terrier), di taglia piccola (Parson Jack Russel terrier), di tipo Bull (Bull terrier, American Staffordshire terrier) e da compagnia (Yorkshire terrier). I soggetti di tipo Bull si differenziano dagli altri sia dal punto di vista morfologico che comportamentale, in quanto sono stati ottenuti attraverso incroci di terrier puri con mastini e Bulldogs. Terrier di tipo Bull sono stati originariamente usati nei combattimenti con i tori e successivamente nei combattimenti clandestini con altri cani.

– Pointer: assieme ai Setter rappresentano i cani da ferma. Sono cani specializzati nell’individuare le tracce odorose degli uccelli e, una volta scovate, indicano la posizione della preda bloccandosi nell’atto di puntarla, fissandone intensamente la direzione. Tra queste razze ricordiamo il Pointer Inglese.

– Setter: hanno la stessa funzione svolta dai Pointer, ma indicano la posizione della preda accucciandosi e rimanendo immobili. Tra queste razze ricordiamo il Setter Inglese e il Setter Irlandese.

– Spaniel: cani adatti a qualunque tipo di terreno e sono in grado anche di lavorare in acqua, sono specializzati nella ricerca dei volatili che essi fanno alzare in volo dai nascondigli e dopo l’uccisione da parte del cacciatore essi recuperano la preda e gliela portano. Un tipico esempio è rappresentato dallo Springer Spaniel e dal Cocker Spaniel.

– Retriever: sono razze specializzate nel localizzare e riportare le prede abbattute. Tale attitudine sembra essere stata ricercata dagli allevatori inglesi con l’intenzione di risparmiare il compito del riporto al Setter e al Pointer, permettendo a questi di specializzarsi nella ferma (Gallicchio, 2001). In questo gruppo si trovano il Golden, il Labrador e il Flat Coated Retriever.

– Cani da gregge: rappresentano uno degli usi più massicci cui sono stati destinati i cani. Vengono distinti in conduttori e guardiani del gregge: i primi (es.: Border collie, Collie, Briard, Bobtail, Pastore di Vallee) hanno il compito di tenere unito il bestiame e guidarlo negli spostamenti, i secondi (es.: Komondor, Pastore dell’Asia centrale, Pastore Maremmano-Abruzzese) devono invece proteggerlo dai potenziali predatori selvatici (lupi, linci, orsi). I conduttori sono soggetti naturalmente predisposti all’addestramento, in quanto sono dotati di desiderio e disponibilità a svolgere attività apprese o risolvere problemi improvvisi sotto la direzione del conduttore. Le attitudini dei guardiani sono, invece, completamente diverse: essi venivano lasciati completamente soli con gli armenti e dovevano assicurarne la protezione non permettendone il contatto con nessuno che non fosse il proprietario. Sono perciò cani meno tolleranti, meno collaborativi e spiccatamente indipendenti proprio perché sono stati selezionati per intraprendere decisioni autonomamente senza la guida del padrone.

– Cani da bestiame: conosciuti con il termine di “Heelers”, sono cani dalle zampe corte, rumorosissimi e attivi, il cui compito principale è quello di far muovere bovini, utilizzando i morsi ai calcagni. Tipico esempio sono i Corgi, piccoli cani agili al punto da evitare gli zoccoli degli animali di cui dirigevano gli spostamenti.

images (2)– Cani da compagnia: anche se non hanno un impiego strettamente produttivo, queste razze soddisfano il bisogno umano di compagnia. Tra le razze moderne citiamo il Papillon e il Bichon Frisè.

– Cani da utilità: è una figura che si è sviluppata soprattutto negli ultimi anni, questi cani vengono per esempio utilizzati nell’ambito del soccorso alpino per rintracciare persone disperse (San Bernardo), mentre in ambito militare e di polizia giudiziaria e doganale, vengono impiegati per individuare esplosivi e stupefacenti (Pastore Tedesco), oppure ancora per i salvataggi in mare vengono utilizzati i Terranova, cani che hanno una elevata acquaticità e proprio per questo sono un valido aiuto per l’uomo. Infine troviamo i cani guida per non vedenti, che devono essere considerati il risultato più prezioso del lavoro di selezione e di addestramento intensivo. Molto usate per questo scopo sono il Pastore Tedesco, il Labrador e il Golden